La Pavia – Pisa. Si recupera sabato 7 settembre alle ore 17,30

Il Ticino è nostro amico. Ci accoglie tutti i giorni, con le nostre barche, per gli allenamenti. Non fa distinzione tra agonisti campioni del mondo, ragazzini che imparano ad andare in barca, studenti universitari ed altri ancora; non fa distinzioni: è un amico di tutti. Non bisogna però dagli troppa confidenza perché, se non si sta attenti, si rischia di cadere in acqua e, certamente, l’evento è da evitare. Ci lamentiamo spesso con il nostro amico Ticino: gli rimproveriamo di portare a Pavia poca acqua, rendendo difficoltoso lo svolgimento delle attività sportive.
Avevamo preparato tutto: sabato 15 giugno, a partire dalle ore 16.20, avevamo programmato la 57° edizione della storica regata di canottaggio tra Pavia e Pisa. Il programma comprendeva inoltre la fase finale delle gare di Dragon Boat tra i collegi, era anche prevista la novità del Trofeo di canottaggio “Alma Ticinensis Universitas” tra equipaggi misti in doppio. Tutto a posto, insomma, ma il nostro amico Ticino ci ha giocato uno scherzo, non certo di buon gusto: le piogge intense dei giorni precedenti le regate hanno provocato l’aumento del livello del fiume. Ci siamo consultati: la situazione era davvero preoccupante. E’ bastato uno sguardo tra me e Vittorio Scrocchi per prendere la spiacevole decisione. La regata doveva essere annullata. Ci sono dei casi in cui il ruolo del presidente è molto spiacevole; come quello dell’architetto, che dopo tanti progetti, non vede realizzarsi quanto a lungo immaginato. Tutti a casa, deve prevalere la sicurezza. E così non si è fatto nulla. Ora, le gare di Dragon Boat si sono già disputate, come avrete visto dalle nostre cronache. Le regate in doppio misto? Sarà per la prossima volta.
Ma la Pavia – Pisa si farà. Sabato 7 settembre alle ore 17,30, in due manches, la 57° edizione andrà in onda con arrivo di fronte alla casa galleggiante dei Vogatori Pavesi, in Borgo Basso. Vi aspettiamo numerosi. Caro Ticino, che brutto scherzo ci hai tirato. Ma ti vogliamo bene lo stesso.

Cesare Dacarro