Esordio del CUS Pavia nella paracanoa con Riccardo Novella

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Una medaglia d’oro alla gara regionale di Omegna lo scorso fine settimana è il punto di partenza della stagione agonistica dell’atleta paralimpico cussino che gareggia nella categoria K1 L3. Riccardo racconta la sua esperienza in questa intervista.

Riccardo Novella, 47 anni, di Gravellona Lomellina, nel 2004 è vittima di un incidente sul lavoro nel quale perde l’intera gamba sinistra; da qualche anno ha iniziato a praticare canoa al CUS Pavia e qualche mese fa la scelta di gareggiare nella paracanoa.

Come ha vissuto la sua prima gara
Emozionato. La prima gara serve a rompere il ghiaccio. Il meteo ha complicato le cose con un forte vento che alzato le onde. Dopo la mia partenza, la gara è stata sospesa per impraticabilità.

Come è iniziata la passione per la canoa?
È stata una sfida. Una persona amputata di un arto inferiore come me, ovviamente non ha più lo stesso equilibrio di prima. La canoa è uno sport dove devi lavorare per tenere la barca in equilibrio. L’attività che si fa ha ricadute utilissime nella vita di tutti i giorni. In genrale, fare sport, dà decisamente un benessere psico-fisico che niente altro può dare.

Come ha conosciuto il CUS Pavia?
Sono stato indirizzato da esperi di sport paralimpico per via della presenza di uno degli istruttori abilitati nella paracanoa che è Maurizio Di Pietro. Tre anni fa sono entrato a far parte del gruppo dei Ciffonauti, persone che praticano canoa per hobby.

A un certo punto ha scelto l’agonismo. Ci vuole raccontare?
L’idea è nata all’interno del gruppo dei Ciffonauti di cui faccio parte. Emma Marinone mi ha inviato a parlare con Daniele Bronzini, direttore tecnico della sezione canoa del CUS Pavia. e insieme abbiamo deciso che si poteva fare l’esperienza . abbiamo fatto i testi per le classificazioni paralimpiche ed eccomi qui.

Porta una protesi elettronica anche per andare in canoa?
Indosso la protesi nella canoa olimpica, in quella fluviale – dove la canoa è più stretta – invece preferisco toglierla. È una protesi tecnologica che segue determinati programmi. In canoa spesso la lascio “ libera” senza programmazione così che riesco a “spingere” con il moncone della coscia.

Quanto si allena?
Cerco di uscire tutti i giorni, quando non riesco a raggiungere il CUS pavia per impegni di lavoro – sono impiegato in un’azienda – scendo in canoa a Vigevano.

Prossimo impegno agonistico?
Il 7 maggio a Mantova alla gara nazionale. Qui incontrerò atleti di alto livello.

Avrebbe mai pensato di diventare un atleta?
Sino a 17 anni fa, facevo l’agricoltore, un’attività faticosa dal punto di vista fisico e quindi non pensavo a fare sport. Nel 2004 ho avuto l’incidente -un gancio mi ha trattenuto la gamba mentre il trattore era in moto – e ho cominciato a fare riabilitazione, anche sportiva, al Centro di Vigorso di Budrio, i cui tecnici mi continuano a seguire per la protesi.